La cultura Pucara

La cultura Pucara fu la genitrice di tutte quelle sviluppatesi intorno al lago Titicaca che comprendevano da quelle più antiche del periodo Chiripa a quelle più recenti fino ad arrivare al 200 a.C circa.

L’organizzazione sociale delle popolazioni Pucara è molto gerarchica e comprende oltre al nucleo principale, diversi villaggi e paesi; tali popolazioni abitavano solitamente piccoli nuclei in posizione centrale nell’altopiano andino, perlopiù nella zona dell’attuale Juliaca, e si dedicavano soprattutto all’agricoltura, all’allevamento e alla pesca. I Pucara commerciavano e si spostavano di frequente nelle zone limitrofe tanto che gli archeologi hanno ritrovato reperti in un’area che va da Cusco al nord, a Tiwanaku all’est e persino lungo le coste dell’oceano Pacifico, tra Arica ed Iquique in Cile.

I loro insediamenti sono considerati i primi propriamente detti “urbani” dell’altopiano in quanto si trattò del primo esperimento coronato dal successo di dominio dell’uomo sulla natura selvaggia che lo circondava attraverso un’organizzazione sistematica del territorio e della popolazione.

Alcuni esempi significativi sono l’addomesticazione degli alpaca al fine di ottenere lana e la creazione di canali idraulici che permisero un nuovo sviluppo dell’agricoltura in tutta la regione.

Il fulcro della cultura Pucara si trova però nel villaggio omonimo, nel dipartimento di Puno, circa 60km a nord-ovest di Juliaca.

L’insediamento di Pucarà è famoso per la festa della Virgen del Carmen, una celebrazione estiva molto caratteristica, e per le famose ceramiche dipinte in vari colori come motivi umani e animali; caratteristici sono anche i toritos, piccoli portafortuna collocati sui tetti delle case: molti dei laboratori che li producono sono aperti al pubblico e propongono lezioni di ceramica.

Risalendo brevemente la collina prospicente la città sarà possibile arrivare al sito archeologico di Pucara, un nome recente che significa “fortezza rossa”.

Il nome originale è però Calassaya: si tratta di un sito preincaico composto da terrazze (aldeas) sulle quali si ergevano strutture dalla forma piramidale ed un’area cerimoniale dove si possono vedere tutt’ora alcune Croci Andine. Questo luogo era un centro amministrativo e religioso che fungeva da punto di riferimento per i villaggi di tutto l’altopiano che lo utilizzavano anche come deposito collettivo, centro logistico e di supporto.

La zona cerimoniale di Pucara era composta da 9 piramidi di varie forme e dimensioni: secondo gli archeologi all’epoca della costruzione del sito, la piramide più grande poteva arrivare a misurare 300metri di lunghezza, 150 di larghezza e 30metri di altezza; nel 1767 però i missionari Gesuiti sottrassero molte pietre del tempio di Kalassaya per costruire la chiesa di Santiago di Pupuya.

Alcune delle pietre conservano ancora le decorazioni originali costituite da esseri mitologici, uomini e animali come rane, serpenti, pesci e puma. Al centro dell’area, secondo alcune ricerche, venivano compiuti sacrifici umani soprattutto immolando giovani vergini, per conquistare il favore delle divinità locali.

Alla base della salita che conduce al sito archeologico sorge il Museo Litico Pucarà che espone un notevole collezione di monoliti antropomorfi provenienti da Calassaya: per i visitatori sarà possibile acquistare un biglietto cumulativo per il sito e per il museo.